El Paraíso es la posibilidad del buen vivir: un espacio donde todas las expresiones empáticas son válidas.
Desde lo más excéntrico a lo más sencillo, las identidades pueden combinarse y aprender entre sí para crear un hábitat que posibilita la oportunidad de vivir disfrutando, creando y compartiendo, donde cada une de sus habitantes mantiene una vibración sostenida desde el amor y coinciden en una visión sustentable, ecológica y humanitaria.
Como una energía, el Dante deambula cómodo y seguro en este mundo inmaterial, etéreo y divino, donde se aprende desde la sensibilidad, la visión y el intelecto. El Dante puede observar en detalle y sentir satisfacción. En este espacio, están todas las actitudes positivas, y es asumido que todas las personas que están allí las tienen.
En el Paraíso no hay clases sociales: todes tienen todo, incluidas las oportunidades y donde las personas valen en lo individual y en lo colectivo. Aquí hay espacio de sobra pero se entra con calma porque el tiempo no existe y convive en armonía la creatividad: todas las culturas y sus expresiones artísticas tienen lugar. El paraíso es el rizoma donde se celebra el buen vivir de manera sustentable, colaborativa y accesible.
Il Paradiso è la possibilità del buon vivere: uno spazio dove tutte le espressioni empatiche sono valide.
Dal più eccentrico al più semplice, le identità possono combinarsi e imparare a vicenda per creare un habitat che permette l'opportunità di vivere godendo, creando e condividendo, dove ogni unione dei suoi abitanti mantiene una vibrazione sostenuta dall'amore e coincidono in una visione sostenibile, ecologica e umanitaria.
Come un'energia, il Dante vaga comodo e sicuro in questo mondo immateriale, etereo e divino, dove si impara dalla sensibilità, dalla visione e dall'intelletto. Il Dante può osservare in dettaglio e sentire soddisfazione. In questo spazio, ci sono tutti gli atteggiamenti positivi, ed è supposto che tutte le persone che sono lì le hanno.
In Paradiso non ci sono classi sociali: tutti hanno tutto, comprese le opportunità e dove le persone valgono nel singolo e nel collettivo.
Qui c'è molto spazio ma si entra con calma perché il tempo non esiste e convive in armonia la creatività: tutte le culture e le loro espressioni artistiche hanno luogo. Il paradiso è il rizoma dove si celebra il buon vivere in modo sostenibile, collaborativo e accessibile.
El Dante comienza su Divina Comedia con el Infierno, es el primer espacio que recorre su alma. En el infierno no queda lugar libre: todo lo que allí existe, se atiborra en caos, apretado y sin aire.
En la misma línea, la Infodemia nos ha plantado frente a un mundo donde todo convive, se relaciona, y se presenta como real. En el afán de inmediatez, no nos deja espacio ni para el chequeo de la información, ni para la reflexión. Nos encontramos frente a una enajenada avalancha tal de contenido digital confuso, que se nos presenta una realidad donde todo pareciera tener la misma importancia, la misma veracidad y el mismo rigor.
A la manera de un videoclip de los 90s, Dante camina descalzo y frenético en un desierto repleto de pantallas de televisiones, celulares, iPads, tablets, iBooks y computadoras… No hay escapatoria: el espacio virtual y el espacio físico han sido tomados por las redes sociales y los programas de chismes donde les periodistas aseguran sostener una dureza que no solo oprime, sino que principalmente es mentira.
Vivimos encerrades en la lógica de los grandes medios de comunicación: las redes sociales y la televisión chatarra.
El panorama se percibe oscuro para una humanidad que está atravesando una pandemia producto, entre muchísimas otras razones, del modelo extractivista. Esto se sostiene mediante los medios de comunicación comprados: de la misma manera en que los pueblos naturales fueron tomados por el hombre blanco. Se les impuso una lengua nueva y con ella una idiosincrasia que no les pertenecía. Las redes sociales y los grandes medios están haciendo algo parecido: imponiendo piezas basura donde reina la estupidez, la desidia y el sin-sentido para perpetuar la instalación de una idiosincrasia de hastío hacia le otre.
No hay espacio para mirarse a los ojos y volver a ser nosotres mismes.
Como dice Ramón Grosfoguel, el extractivismo es una forma destructiva de conocer, ser y estar en el mundo.
Il Dante inizia la sua Divina Commedia con l'Inferno, è il primo spazio che percorre la sua anima. Nell'inferno non c'è posto libero: tutto quello che c'è lì, si riempie nel caos, stretto e senza aria.
Nella stessa linea, l'Infodemia ci ha piantati di fronte ad un mondo dove tutto convive, si relaziona e si presenta come reale. Nell'intento di immediatezza, non ci lascia spazio né per la verifica dell'informazione né per la riflessione. Ci troviamo di fronte ad una valanga così ampia di contenuti digitali confusi, che ci si presenta una realtà dove tutto sembra avere la stessa importanza, la stessa veridicità e lo stesso rigore.
Come un videoclip degli anni '90, Dante cammina scalzo e frenetico in un deserto pieno di televisori, cellulari, iPad, tablet, iBooks e computer...Non c'è via di scampo: lo spazio virtuale e lo spazio fisico sono stati presi dai social network e dai programmi di gossip dove i giornalisti affermano di sostenere una durezza che non solo opprime, ma soprattutto è una menzogna.
Viviamo chiusi nella logica dei grandi mezzi di comunicazione: i social network e la TV spazzatura.
Il panorama appare oscuro per un'umanità che sta attraversando una pandemia causata, tra tante altre ragioni, dal modello extractivista. Questo si sostiene attraverso i mezzi di comunicazione acquistati: allo stesso modo in cui i popoli naturali sono stati presi dall'uomo bianco. Fu loro imposta una lingua nuova e con essa una idiosincrasia che non gli apparteneva. I social network e i grandi media stanno facendo qualcosa di simile: imponendo pezzi spazzatura dove regna la stupidità, la pigrizia e l'insensatezza per perpetuare l'installazione di una idiosincrasia di disgusto verso l'altro.
Non c'è spazio per guardarsi negli occhi e tornare ad essere noi stessi.
Come dice Ramon Grosfoguel, l'estrattivismo è un modo distruttivo di conoscere, di essere e di essere nel mondo.
En la Divina Comedia, el Purgatorio aparece en un segundo momento subrayando el estado de las almas que lo transitan para llegar a la reflexión, el arrepentimiento y finalmente, la expiación.
Dos personas ciegas de nacimiento indagan aquí sobre la idea del purgatorio social donde hay problemáticas individuales y colectivas. En este espacio manda la etiquetación generalmente negativa: el prejuicio como práctica donde se construyen estructuras sociales, culturales, económicas, ambientales y políticas. Perseguimos las figuras físicas y espirituales perfectas y en esa dinámica, aquello que es distinto al modelo, nos incomoda.
Hay personas que nunca vieron y no verán y hay personas que siempre han viso. Nadie concibe el mundo desde otra perspectiva y por eso, es muy difícil comunicarnos. No hemos vivido lo mismo:
interpretar a les demás y a une misme es una hazaña casi imposible. El purgatorio es ese amor mal dirigido, esas culpas por no entender(nos), el vicio castigado, la búsqueda de un imposible, una dimensión donde deambulan las almas y el prejuicio toma postura en les que vemos y en les que no. Entonces, ¿qué es lo que creamos entre todes?, ¿cuáles son las construcciones desde la diversidad?, ¿nos interesa lo distinto? ¿cuestionarnos nos ayuda a (con)vivir y (sobre)vivir? ¿qué es lo que realmente estamos dispuestes a dejar atrás para avanzar hacia el paraíso?
Nella Divina Commedia, il Purgatorio appare in un secondo momento sottolineando lo stato delle anime che lo transitano per arrivare alla riflessione, al pentimento ed infine all'espiazione.
Due persone non vedenti indagano qui sull'idea del purgatorio sociale dove ci sono problematiche individuali e collettive. In questo spazio manda l'etichetta generalmente negativa: il pregiudizio come pratica in cui si costruiscono strutture sociali, culturali, economiche, ambientali e politiche. Perseguiamo le figure fisiche e spirituali perfette e in quella dinamica, ciò che è distinto dal modello, ci mette a disagio.
Ci sono persone che non hanno mai visto o visto, e ci sono persone che hanno sempre visto. Nessuno concepisce il mondo da un'altra prospettiva e quindi è molto difficile comunicare. Non abbiamo vissuto la stessa cosa: interpretare gli altri e une misme è un'impresa quasi impossibile.
Il purgatorio è quell'amore mal diretto, quelle colpe per non capire(noi), il vizio punito, la ricerca di un impossibile, una dimensione dove vagano le anime e il pregiudizio prende posizione in quelli che vediamo e dove non. Allora, che cosa creiamo tra tutti?, quali sono le costruzioni dalla diversità?, ci interessa la differenza?, interrogarci ci aiuta a (con)vivere e (soprav)vivere? che cosa siamo realmente disposti a lasciarci alle spalle per avanzare verso il paradiso?